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Pasticciotti leccesi (ricetta originale)



Il pasticciotto leccese è un dolce tipico della città di Lecce, situata nella regione italiana del Salento, in Puglia. È una delizia che conquista con la sua crosta friabile e il ripieno cremoso di crema pasticcera, spesso aromatizzata con scorza di limone e/o vaniglia. La sua origine risale al 1745, quando fu creato da un pasticcere locale per onorare un importante vescovo della città. Da allora, è diventato un simbolo della tradizione culinaria salentina, apprezzato da locali e turisti. La sua storia è una miscela di creatività artigianale e radici culturali, che si riflette nel suo gusto unico e nella sua popolarità duratura.


Tradizionalmente, il pasticciotto leccese è farcito con crema pasticcera aromatizzata. Tuttavia, ci sono variazioni moderne che includono l'amarena come ingrediente aggiuntivo nella farcia per dare un tocco di sapore fruttato e un po' di acidità. La scelta di aggiungere l'amarena dipende dai gusti personali e dalle preferenze del pasticciere o dello chef che prepara il dolce.


Ciambotta: stufato di verdure

La ciambotta ha origini contadine e rurali, risalenti a tempi antichi. È nata come piatto della cucina povera, quando gli agricoltori e i contadini utilizzavano le verdure raccolte dal proprio orto per creare un pasto sostanzioso e nutriente. La sua storia è strettamente legata al Mezzogiorno d'Italia, in particolare alle regioni del sud come Puglia, Campania, Calabria, Basilicata e Sicilia. In queste zone, la ciambotta è ancora una pietanza molto apprezzata e popolare.

La ciambotta è preparata utilizzando una varietà di verdure fresche, come zucchine, peperoni, melanzane, pomodori, cipolle e patate, il tutto fatto stufare in padella, ottenendo così un piatto leggero. La scelta delle verdure può variare a seconda della disponibilità stagionale. La ricetta è piuttosto flessibile, il che significa che si può adattare come si preferisce o agli ingredienti che si hanno a disposizione.

La ciambotta di verdure stufate è una pietanza semplice, ma ricca di sapori naturali e salutari. Viene spesso servita come contorno o come piatto principale accompagnata da pane croccante o focaccia. La sua semplicità e la freschezza degli ingredienti la rendono un'opzione perfetta per le calde giornate estive, ma può essere gustata tutto l’anno. Questa deliziosa specialità mediterranea è un vero e proprio inno alla cucina casalinga e alla cultura contadina del Sud Italia. Ogni regione e persino ogni famiglia, potrebbe avere la propria versione della ciambotta, arricchendo il patrimonio culinario italiano di una ricetta rustica e genuina.

Pitta di patate salentina (quella vera)




E pensare che ancora non conoscevo questa meravigliosa ricetta. Quando l’ho vista da Lucia,  mi ha subito conquistata, ho solo aspettato di avere gli ingredienti giusti, ed eccola qua, la vera pitta di patate salentina, bella e come d’altronde mi aspettavo, buonissima! Golosa come sono, mi sono organizzata per una dose e mezza, praticamente per un reggimento, l’ho preparata con un pochino di anticipo e gustata appena tiepida, una goduria! Ringrazio Lucia per i consigli e per aver condiviso la ricetta originale. Vi rimando nel suo blog, dove nel suo bellissimo post, racconta la storia di questo piatto salentino tradizionale.




 (di Lucia)
Ingredienti
1 kg di patate a pasta gialla
1 uovo grande
200 g di pecorino salentino ben stagionato
mentuccia
un pugno di pane grattugiato
400 g di cipolle dorate
400 g di polpa di pomodoro fresca (meglio di pomodori San Marzano)
una manciata di olive salentine in salamoia
un cucchiaio di capperi sott’aceto
olio extravergine di oliva q.b.
sale


Procedimento
Lavate le patate, mettetele in una pentola, copritele di acqua fredda e fatele cuocere per circa un’ora. Pelatele e passatele finchè sono ancora calde, poi lasciatele raffreddare. Nel frattempo preparate il sughetto. Affettate sottilmente le cipolle e fatele dorare a fuoco basso, assieme ad una generosa dose di olio extravergine di oliva (preferibilmente del Salento). Dopo una decina di minuti (occhio: le cipolle non devono assolutamente bruciare, tenete la fiamma al minimo e, se occorre, bagnate il soffritto con un goccino di acqua calda) unite la polpa di pomodoro, un pizzichino di sale e continuate la cottura fino a restringimento del sughetto. Poco prima di finire la cottura gettate nella padella capperi e olive snocciolate. 

Quando sugo e patate saranno freddi, iniziate a “comporre” la pitta. Alle patate precedentemente passate aggiungete l’uovo intero, il formaggio, poco sale, un paio di cucchiai di sughetto preparato (serviranno per dare colore), una fogliolina di mentuccia spezzettata. Impastate il tutto senza indugiare (ricordate che non state facendo un purè!). Ungete una pirofila antiaderente e stendetevi sul fondo la metà dell’impasto in uno strato non troppo alto, sul quale verserete la cipollata. 

Coprite con un altro strato di patate (un trucchetto per eseguire quest’operazione al meglio: bagnatevi le mani!) poi ungete la superficie di olio (io a questo punto mi sono divertita a decorarla, facendo delle strisce con i rebbi di un forchettone, giusto per lasciare la mia impronta ;). Completate con una spolverata di pane grattugiato. Infornate a 200°C fino a doratura (nel mio forno ci sono voluti 30’). La pitta si gusta tiepida o meglio ancora fredda.







Torta salata di Pasqua



Una torta salata tradizionale del periodo pasquale, buonissima per la colazione di Pasqua e Pasquetta ma da gustare tutto l’anno... è conosciuta con il nome di cuzzola ed è diffusa in Basilicata e in Puglia. Questa versione è del “Cucchiaio d’Argento”, ho cercato di rispettare il più possibile le dosi originali ma per mio gusto personale ho usato il burro al posto dello strutto e ho diminuito un pò il formaggio.