Un biscotto della tradizione siciliana, chiamato tricotto perchè cotto tre volte, a dire il vero sembrano più dei paninetti dolci. Anticamente veniva cotto nei forni a legna ed era il primo biscotto che facevano sgranocchiare ai bambini dopo lo svezzamento, ma veniva anche grattugiato e sciolto nel latte della prima colazione, proprio per la genuinità. La ricetta classica prevede l’utilizzo dello strutto, io l’ho sostituito con l’olio vegetale, rendendoli così più leggeri e anche più sani. Se aromatizzati con semini di anice e gustati con del vino dolce siciliano, sono ottimi anche per gli adulti.
Ingredienti
(per una cinquantina di tricotti)
400 g di farina 0
100 g di manitoba
150 g di lievito madre attivo
75 g di zucchero di canna chiaro
190 g di acqua tiepida
70 g di olio di riso (o altro olio delicato)
una presa di sale
Procedimento
Nella planetaria (o in una ciotola se impastate a mano) setacciate la farina, aggiungete lo zucchero, l’acqua, l’olio e il lievito madre spezzettato; cominciate ad impastare per qualche minuto prima di aggiungere il sale e continuate fino ad avere un impasto liscio e sodo.
Fate riposare l’impasto coperto con pellicola per una ventina di minuti. Tagliate dei pezzetti d’impasto, formate dei filoncini di un centimetro circa e ricavate dei bastoncini lunghi dieci centimetri circa. Posizionateli leggermente distanziati in una teglia ricoperta di cartaforno, lasciate lievitare in forno spento con la lucina accesa, fino al raddoppio (non meno di tre ore).
Infornate a forno preriscaldato a 240°C per dieci minuti. Togliete dal forno, fate raffreddare e infornate ancora a 150°C per altri dieci minuti. Sfornate e infornate per la terza volta a 150°C per 15 minuti circa o fino a doratura (con lo sportello leggermente aperto in tutte e tre le infornate). Si conservano a lungo in scatole di latta.
Ma sono così belli e sembrano friabili, mi tenta di provarli. Complimenti e a presto !
RispondiEliminaCiao Andreea, proprio perchè era un biscotto destinato ai bambini non è friabile.
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